I 5 edifici più antichi del mondo ancora in piedi: meraviglie in pietra che sfidano i millenni

Ci sono luoghi nel mondo che hanno davvero dell’incredibile, posti in cui il tempo sembra essersi fermato, dove le pietre raccontano storie antiche quanto la civiltà stessa. In un’epoca dominata dalla velocità, questi edifici sono monumenti alla lentezza, alla permanenza, all’arte di costruire qualcosa destinato a durare.

Alcuni di essi hanno resistito a guerre, terremoti, invasioni e persino all’indifferenza del tempo. Ma non sono solo rovine: sono capolavori ancora in piedi, testimoni viventi di epoche lontane, simboli di ingegno, spiritualità e potere.

Ecco una selezione di cinque tra gli edifici più antichi del pianeta, ancora fieramente in piedi, pronti a incantare occhi e immaginazione.

Il Tempio di Ggantija (circa 3600 a.C.)

Molto prima di Atene, Roma e persino delle piramidi, sull’isola di Gozo, a Malta, c’era già chi costruiva templi colossali. Il sito di Ggantija, il cui nome richiama i “giganti” della leggenda, risale a circa il 3600 a.C. ed è uno dei più antichi complessi megalitici esistenti.

Ggantija, Isola di Gozo, Malta

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Il complesso megalitico di Ggantija a Malta

Realizzato con blocchi di pietra calcarea che pesano fino a 50 tonnellate, questo tempio è ancora oggi avvolto nel mistero. Tante sono le domande che gli studiosi si pongono di fronte ad esso: come furono trasportati quei massi? Quali rituali vi si svolgevano? La sua planimetria sofisticata e l’orientamento astronomico suggeriscono un profondo legame con la natura e la spiritualità dei popoli preistorici.

Il Partenone di Atene (447 a.C.)

Sospeso sul culmine dell’Acropoli, il Partenone non è solo un tempio: è l’incarnazione di un ideale estetico che ha segnato la cultura occidentale per millenni. Costruito in meno di dieci anni, tra il 447 e il 438 a.C., questo capolavoro dell’architettura dorica fu dedicato alla dea Atena, protettrice della città.

Le sue proporzioni, calcolate al millimetro, le leggere curvature ottiche per correggere le illusioni visive e i fregi scolpiti raccontano ancora oggi ai visitatori la potenza della democrazia ateniese e l’apice della civiltà greca.

Il Tempio di Karnak (circa 2000 a.C.)

Immenso, monumentale, quasi surreale: il complesso di Karnak, sulle sponde del Nilo a Luxor, è uno dei più vasti e antichi luoghi religiosi della storia. Iniziato circa nel 2000 a.C., sotto la XII dinastia, fu ampliato nei secoli da decine di faraoni.

Tempio di Karnak, Luxor, Egitto

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Le possenti colonne del Tempio di Karnak

Al suo interno si trovano la celebre sala ipostila con 134 colonne alte fino a 21 metri, ma anche obelischi, statue e bassorilievi che celebrano gli dei, la regalità e il cosmo. Karnak non è solo un tempio: è una vera e propria città sacra scolpita nella pietra, un universo architettonico nato per onorare Amon-Ra, il dio supremo per gli egizi.

Il Colosseo di Roma (80 d.C.)

È il monumento simbolo della grandezza romana, una macchina scenografica pensata per stupire, intrattenere e, perché no, affermare il potere imperiale. Il Colosseo, inaugurato nell’anno 80 d.C. sotto l’imperatore Tito, poteva contenere fino a 50.000 spettatori ed era il teatro di scontri tra gladiatori, cacce esotiche e spettacoli pubblici.

La sua struttura a ellisse, con archi e volte perfettamente calibrati, è diventata il modello di ogni stadio moderno, non a caso. Nonostante i danni causati dai terremoti e dal tempo, rimane oggi uno dei monumenti più visitati al mondo, emblema della potenza e dell’ingegneria dell’antica Roma.

Il Tempio di Hōryū-ji (607 d.C.)

Nel cuore della prefettura di Nara, in Giappone, si trova un edificio che ha resistito a incendi, guerre e alla sfida del tempo: il Tempio di Hōryū-ji. Costruito nel 607 d.C. su iniziativa del principe Shōtoku, questo tempio buddista non è solo un luogo sacro, ma anche un capolavoro di architettura lignea.

La sua sala principale, il Kondo, è considerata l’edificio in legno più antico ancora esistente al mondo. L’atmosfera è densa di spiritualità e silenzio, un viaggio nel tempo che racconta la diffusione del buddismo in Giappone e la maestria artigianale che ha sfidato l’impermanenza della natura, un fenomeno davvero sorprendente.