Prevenzione e screening, come salvaguardare la nostra retina

Prevenzione e screening, come salvaguardare la nostra retina

MILANO (ITALPRESS) – La retina è una struttura fondamentale dell’occhio, posta nella parte posteriore interna del bulbo oculare. La sua funzione consiste nella conversione della luce che entra nella pupilla in impulsi elettrici. Questo processo è reso possibile dai fotorecettori, i coni e i bastoncelli, che rilevano la luce rispettivamente in condizione di alta e bassa luminosità. I segnali elettrici prodotti dalla retina vengono inviati tramite il nervo ottico al cervello, dove vengono elaborati per formare immagini visive. La retina può essere colpita da diverse malattie che compromettono la visione e che sono spesso legate all’età avanzata e alla presenza di altre malattie come il diabete e l’ipertensione. La diagnosi precoce è fondamentale per le cure migliori e soprattutto per scongiurare i danni più gravi. Sono questi alcuni dei temi trattati da Francesco Bandello, direttore dell’Unità di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, professore Ordinario di Oftalmologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Prevenzione e screening in oculistica hanno un valore importante – ha esordito – La premessa è che la parte più nobile del nostro apparato visivo è rappresentata dalla retina, formata da cellule perenni, questo vuol dire che ce le portiamo per tutta la vita e nell’arco della nostra esistenza se muoiono nessuno potrà ridarcele indietro. La conseguenza è che tutte le malattie della retina devono essere curate prima che il danno sia diventato avanzato – ha spiegato Bandello – Per questo motivo, gli screening consentono di individuare i pazienti col rischio, sono fondamentali per indirizzarli verso le terapie più adeguate evitando che la malattia si presenti nella forma già avanzata”. “Con un sistema brevettato negli Usa possiamo analizzare le immagini dell’occhio del paziente e in due minuti sapremo se deve andare subito dall’oculista o se può farlo con più calma – ha raccontato – Le farmacie secondo me sarebbero la stazione ideale dove posizionare questo punto di screening. Da lì il diabetico passa per forza di cose, quando il farmacista vede entrare il paziente diabetico, potrebbe chiedergli di fare questa fotografia e questo consentirebbe, con l’intelligenza artificiale, di avere il risultato in tempo reale”.
E per quanto riguarda, per l’appunto, la retinopatia dei diabetici: “C’è la retinopatia diabetica proliferante che è la più avanzata e se non trattata può portare a cecità, va trattata con i farmaci e con il laser che mira a distruggere le zone di retina in cui non arriva il sangue – ha sottolineato – E’ dimostrato altresì che il paziente diabetico con un buon controllo metabolico sviluppa più tardi le complicanze legate alla retina”.
Diverso discorso, invece, per la degenerazione maculare legata all’invecchiamento patologico: “La degenerazione maculare sta esplodendo, questo perchè la gente vive molto più a lungo rispetto al passato – ha commentato il professore – La forma secca è la più frequente, la riscontriamo nell’80% dei casi, quella umida nel 20% dei pazienti. La forma secca non ha una cura allo stato attuale, negli Usa è stato registrato un farmaco, Ema però non lo ha fatto, dunque in Europa non è disponibile. La forma secca evolve in tempi lunghissimi, per cui il paziente riesce ad abituarsi alla condizione e può convivere con il danno in modo relativamente tranquillo – ha puntualizzato Bandello – La forma umida, chiamata così perchè c’è tanto siero liquido che si libera, è una forma che evolve in tempi enormemente più brevi, però per questa esistono delle terapie per contrastarne l’evoluzione in modo efficace. I farmaci durano però poco nel tempo e quindi si deve reiterare la terapia ogni 4-5 mesi”.
Infine, sui suggerimenti utili legati alle visite oculistiche e ai segni da non trascurare: “Bisognerebbe andare dall’oculista, nel corso della vita, prima di andare a scuola per evitare l’occhio pigro, poi al momento della pubertà, quindi si può arrivare fino ai 40 anni per la successiva vista, se non ci sono problemi di vista, da qui in poi i controlli vanno fatti più spesso. Tra i segnali che devono metterci in allarme c’è una riduzione della vista significativa e in breve tempo, il vedere deformato: in questi casi occorre andare subito dall’oculista – ha concluso – I diabetici in ogni caso dovrebbero andare dall’oculista quando ancora non hanno sintomi”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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