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Come gestire uno studio medico, tra empatia, accoglienza e burocrazia

ROMA (ITALPRESS) – Da una parte i medici, dall’altra i pazienti. Al centro, tanta empatia, accoglienza, organizzazione e tanti obblighi burocratici. La gestione efficiente di uno studio medico concorre in modo decisivo a determinare la qualità della prestazione sanitaria, una cornice di professionalità e calore che ha un grande impatto sulla percezione del paziente e sul suo vissuto. Sono questi alcuni dei temi trattati da Elisabetta Rusconi, grande esperta nella gestione di studi medici, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress: “Un ambiente positivo, dove malgrado le problematiche si cerca di creare serenità, è sicuramente vincente e dà la spinta per lavorare meglio – ha esordito – Col paziente si crea un rapporto di rispetto innanzitutto, di conoscenza: devono affidarsi alla mia figura e spesso questo rapporto può perdurare nel tempo, diventando un rapporto di amicizia. L’assistente di un medico è la persona che fa da trait d’union tra medico e paziente, al quale il paziente stesso può fare domande a un livello diverso”, ha aggiunto Rusconi.
“Spessissimo ci sono domande che andrebbero fatte al medico, il limite è dove può finire il mio intervento rispetto a quello della figura del chirurgo – ha sottolineato riferendosi all’esperienza personale da assistente dello stesso Klinger – Le domande possono essere le più disparate, per esempio dopo un intervento al seno mi viene chiesto ‘che tipo di reggiseno devo comprare e che misura?’.
“Secondo me i pazienti uomini e le pazienti donne non hanno modi di comportarsi differenti, possono avere le stesse paure – ha raccontato – Da donna a donna c’è più complicità, l’uomo può avere un pò di pudore, anche se rispetto all’uomo di una volta la figura maschile è un pò cambiata”. Tra le mansioni di chi gestisce uno studio medico c’è sempre più da fare i conti con la burocrazia: “Le normative sono cambiate e sono molto più restrittive, c’è più tempo da dedicare all’aspetto burocratico – ha ammesso – Indietro non si torna però, temo che il futuro vada in questa direzione. Una fetta di tempo è dedicata alla burocrazia più che al passato. Il tempo che puoi dedicare al paziente così diminuisce”.
Un lavoro che non termina in uno studio medico, ma che spesso prosegue anche tra le mura domestiche: “Il lavoro mi entra a casa a gamba tesa – ha riconosciuto Rusconi – La disponibilità da dare è massima, ci possono essere delle domande a qualsiasi ora, perchè il paziente vuole essere spesso rinfrancato”.
Infine, sui cambiamenti dovuti alla pandemia di Covid-19: “Durante la pandemia, la difficoltà maggiore è stata cercare di far rispettare comunque le normative sanitarie molto restrittive – ha sottolineato – Non è stato facile, è cambiato il modo di lavorare e comunque bisogna cercare di dare lo stesso fiducia al paziente e farlo sentire a proprio agio. Era difficile far rispettare la disciplina senza cambiare il tipo di rapporto. Dopo il Covid-19 ho trovato tutti un pò cambiati – ha concluso – E’ aumentato un pò l’egoismo che c’è in ognuno, si è perso l’aspetto dell’altruismo, è emerso un pò troppo l’individualismo”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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