Vi siete mai chiesti cosa si nasconde sotto la spessa coltre di ghiaccio in Antartide? La risposta potrebbe sorprendervi.
L’incredibile biodiversità dei fondali marini ha meravigliato anche il team di scienziati tedeschi dell’Alfred-Wegener-Institut für Polar-und Meeresforschung (AWI) che, a bordo della nave Polarstern, ha ispezionato le acque che sono rimaste coperte dal ghiaccio per decenni. Adesso i campioni di sedimenti raccolti dovrebbero fornire nuovi dettagli sull’ecosistema dello stretto che si trova tra l’enorme iceberg soprannominato A74, che si è staccato alla fine dello scorso febbraio, e la piattaforma di ghiaccio Brunt.
Anja Karliczek, ministra tedesca dell’Educazione e della Ricerca, ha sottolineato l’importanza della missione Polarstern. “È un’opportunità unica, offerta ai ricercatori a bordo della Polarstern, di esplorare la calotta glaciale antartica.” – evidenzia – “Sono grata all’equipaggio della Polarstern per essersi fatto carico delle difficoltà e dei rischi associati. La ricerca polare fornisce un contributo decisivo per comprendere e prevedere meglio il cambiamento climatico e le sue conseguenze per la nostra Terra. Abbiamo bisogno di questa conoscenza per poter adottare contromisure efficaci contro il cambiamento climatico. Gli effetti del cambiamento climatico in Antartide, tra gli altri, sono preoccupanti.”
Lo straordinario ecosistema marino in Antartide
I ricercatori tedeschi della spedizione Polarstern sono rimasti stupiti dai livelli di biodiversità dell’area dell’Antartide che stavano esaminando. E grazie a ad alcuni sofisticati strumenti, la scorsa settimana, in sole 5 ore sono riusciti a raccogliere quasi 1000 immagini ad alta risoluzione e lunghe sequenze di video.
“Nonostante gli anni di continua copertura del ghiaccio, nei fondali marini è stata osservata una comunità sviluppata e diversificata” raccontano Autun Purser e Frank Wenzhoefer, membri dell’OFOBS (Ocean Floor Observation and Bathymetry System).
@Alfred-Wegener-Institut
Infatti, ad una certa profondità il team di ricerca ha notato numerosi organismi che si erano depositati su pietre di varie dimensioni. “La maggior parte di questi sono organismi che si nutrono di alimentatori con filtro” – spiegano gli scienziati – “Sono state osservate anche alcune specie come gli oloturoidei (comunemente noti come cetrioli di mare), gli ofiuroidi (noti anche come stelle serpentine), vari molluschi e almeno cinque specie di pesci e due specie di calamari”.
@Alfred-Wegener-Institut
Insomma, l’Antartide è ricca di biodiversità ed un motivo in più per preservare i giacchiai di quest’area, messi sempre più a rischio dal riscaldamento globale.
Fonte: Alfred-Wegener-Institut (AWI)
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