Negli snack “salutari” c’è troppo sale, più di patatine, arachidi e perfino dell’acqua di mare

Un nuovo studio ha scoperto che alcuni snack considerati “sani”, in realtà contengono tantissimo sale, più delle patatine e in alcuni casi addirittura più dell’acqua di mare.

Per evitare patatine, noccioline e altri snack decisamente poco salutari, le persone che vogliono mantenersi in forma e seguono un’alimentazione sana sono spesso orientate verso alcuni snack considerati alternative migliori. Tra questi legumi secchi, chips di ceci, mais tostato e altro.

Tuttavia, un’indagine del gruppo Action on Salt (AOS), con sede presso la Queen Mary University di Londra, ha rivelato che molti di questi snack in realtà non sono affatto salutari.

Our NEW #SaltAwarenessWeek survey reveals some ‘healthy’ snacks aren’t as healthy as we may think… check it out here (THREAD) https://t.co/0HKAbrdoQ7 pic.twitter.com/JG1nTZZjtP

— Action on Salt (@actiononsalt) March 9, 2021

L’analisi ha riguardato 119 prodotti percepiti appunto come “salutari” rispetto ad altri tipi di snack. Di questi il 43% è risultato troppo ricco di sale.

Legumi secchi / tostati e snack a base di mais erano (in media) i più salati con 1,85 g / 100 g e sono risultati più salati delle arachidi e delle patatine. Gli esperti fanno un esempio concreto: una porzione da 45 g di Love Corn Salt & Vinegar e Love Corn Habanero Chilli (mais tostato aromatizzato), contiene più sale di 3,5 sacchetti di patatine Walkers Ready Salted.

“Nonostante questi prodotti siano (in media) più bassi di grassi, grassi saturi e calorie e più ricchi di fibre rispetto alle patatine standard e alle noci aromatizzate, oltre uno su tre (43%) ha anche un alto contenuto di sale (cioè più di 1,5 g / 100 g) un ingrediente dimenticato che aumenta la nostra pressione sanguigna e ci mette a maggior rischio di ictus e attacchi di cuore” scrivono gli esperti di AOS.

In alcuni casi gli snack analizzati sono risultati contenere una concentrazione di sale più alta di quella dell’acqua di mare dell’Atlantico (che contiene 1,0 g di sodio per 100 g, che equivale a 2,5 g di sale per 100 g).

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Sebbene molti prodotti siano ricchi di sale, i dati presentano anche un’ampia variazione nel contenuto di questo ingrediente nei diversi snack, il che dimostra che possono essere preparati utilizzandone di meno.

AOS segnala poi un problema di etichetta.

“La maggior parte dei prodotti presenta indicazioni nutrizionali sulla confezione che, sebbene legali, fuorviano i consumatori creando un ‘alone di salute’ distorto e scoraggiando gli acquirenti dal controllare gli ingredienti in modo più approfondito”

Ad esempio, lo spuntino più salato del campione, Eat Real Hummus Chilli & Lemon Flavored Chips contiene 3,6 g di sale / 100 g, ma sulla parte anteriore della confezione indica “40% in meno di grassi, vegano, senza glutine“. Tutto vero, ovviamente, ma questo dà un’immagine non completa del prodotto. Se l’acquirente non si fidasse degli slogan e andasse a leggere la tabella nutrizionale scoprirebbe il contenuto eccessivo in sale.

Oltre l’80% degli snack presi a campione riportava in etichetta diciture come “Meno grassi”, “Senza zuccheri aggiunti”, “Fonte / Alto contenuto di fibre / proteine”) e quasi tutti (93%) incluse affermazioni come “Senza glutine”, “Vegano”, “Tutto naturale” e Senza conservanti artificiali”.

Uno snack su tre specificava poi l’uso del sale marino, considerato una variante migliore, ma che in realtà ha gli stessi livelli di sodio e valore nutritivo del sale da cucina.

Visti i risultati dell’indagine, uscita in occasione della Salt Awareness Week (Settimana della consapevolezza del sale) che si è svolta dall’8 al 14 marzo, i ricercatori di Action on Salt chiedono una restrizione sull’uso di indicazioni nutrizionali fuorvianti su cibi malsani.

Fonte: Action on Salt

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da greenme