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La Namibia è pronta ad abbattere elefanti, bufali e altri animali (per tutelare i raccolti)

In Namibia sono sempre più frequenti i “conflitti” tra esseri umani e fauna selvatica, in particolare elefanti e bufali. E per cercare di arginare il problema, il Paese ha già venduto all’asta diversi elefanti, trasferendone alcuni nei parchi nazionali, e adesso il governo sta valutando persino di abbattere gli animali, considerati pericolosi per gli uomini, le coltivazioni e le altre specie.

Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Ambiente e del Turismo Pohamba Shifeta, messo in allarme dall’impennata di incidenti tra uomo e fauna selvatica nell’area nord-orientale dello Stato africano. Ma la soluzione dell’abbattimento ha suscitato un’ondata di polemica tra le associazioni animaliste, che hanno lanciato numerose petizioni online a tutela dei diritti degli animali.

Secondo il ministro Pohamba Shifeta, gli elefanti rappresentano la causa principale dei danni alle coltivazioni, alle infrastrutture idriche e alle proprietà in nove delle 14 regioni del Paese. Inoltre, i bufali stanno distruggendo i raccolti nella regione dello Zambesi, che confina con il Botswana e lo Zambia, mentre i leoni attaccano con frequenza il bestiame.

A rendere ancora più delicata la situazione in Namibia è la siccità nelle aree confinanti con l’Angola. Quest’anno in Namibia si sono registrate piogge intense e inondazioni in gran parte del territorio nazionale, mentre nelle regioni settentrionali le piogge sono state scarse. Tra i cittadini che subiscono maggiori danni vi sono i piccoli agricoltori che vivono vicino al Bwabwata National Park, nel nord-est del Paese. Per i contadini della zona, l’invasione degli elefanti, che divorano i loro raccolti, rappresenta una minaccia per la sicurezza alimentare.

Ma tanti animalisti, e anche noi di greenMe, sperano che il governo opti per delle soluzioni alternative e meno cruente rispetto all’abbattimento degli elefanti, dei bufali e altre specie selvatiche a rischio estinzione.

Fonte: Reuters

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da greenme

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