Site icon 111 TV, All News All Music

A un anno dall’inizio della pandemia, i bambini di tutto il mondo stanno affrontando una nuova e devastante normalità

Devastante e distorta”. Se si può parlare di “normalità” nella vita dei nostri bambini, è soltanto con quelle parole che può essere definita. Non c’è altro verso, non c’è un modo differente per descrivere, delineare, precisare e imprimerci nella mente le ore che scandiscono i loro giorni: uguali e stancanti per tutti, spietati e nella miseria per molti.

A un anno dall’inizio (ufficiale) dell’emergenza pandemica, i bambini di tutto il mondo stanno affrontando questa nuova normalità che normalità non è. Entrano nelle classi virtuali i più fortunati – svogliati e apatici –, mentre lottano col vuoto culturale che li avvolge di fatto da sempre quelli che già vivevano di stenti prima. Quelli che solo la scuola – probabilmente – poteva salvare.

Leggi anche: La depressione adolescenziale era già un problema, ma ora il coronavirus sta peggiorando le cose

La pandemia ha il volto brutto di chi mette all’angolo i più deboli, sconvolge la vita delle famiglie di tutto il mondo. In quasi ogni misura legata all’infanzia, i progressi sono andati indietro nei 12 mesi precedenti alla dichiarazione della pandemia, lasciando i bambini ad affrontare quella nuova “normalità”.

Devastante e distorta” sono allora le parole nude e crude che usa l’Unicef, che delinea ancora una volta il quadro dei più piccoli nel mondo: l’anno scorso ha visto un aumento dei milioni di bambini che sono stati lasciati affamati, isolati, maltrattati oppure in preda ad attacchi di ansia e di panico. L’istruzione di centinaia di milioni di bambini è stata interrotta e l’accesso ai servizi di protezione e ai servizi sanitari, comprese le vaccinazioni di routine, è stato gravemente compromesso.

La pandemia sta colpendo anche la salute mentale dei giovani e spingendo le loro famiglie nella povertà (Leggi anche: Stress cronico e rabbia: le conseguenze della pandemia sulla salute mentale. La più colpita è la generazione Z). Una serie di sconvolgimenti sociali ed economici che in alcune parti possono finanche aumentare la probabilità di matrimoni precoci.

I segni che i bambini porteranno le cicatrici della pandemia negli anni a venire sono inconfondibili”, tuona Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’Unicef.

In pratica, anche se sono stati compiuti progressi notevoli, gli ultimi dati disponibili dell’UNICEF rivelano la devastazione già inflitta ai bambini del mondo:

Leggi anche: La pandemia di Covid-19 spinge milioni di persone verso la fame e la povertà

Leggi anche: Nel silenzio generale, un esercito di bambini non tornerà a scuola per via del coronavirus

©UNICEF/UN0357027/Saman

Leggi anche: Adolescenti ai tempi del Covid-19, “vittime” o “carnefici” senza il primo bacio

©UNICEF/UN0354647/Kiron

Vero è che anche prima della pandemia, conflitti, povertà, malnutrizione e cambiamento climatico stavano determinando una crescita massiccia del numero di bambini bisognosi di assistenza.

Il Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare ulteriormente questa situazione. Acuire disagi, allungare distanze.

Fonte: UNICEF

Leggi anche:

da greenme

Exit mobile version