Un nuovo studio ha scoperto che un ingrediente spesso presente nella composizione delle creme solari, l’octocrylene, con il passare del tempo si trasforma in un’altra sostanza dal potere mutageno, cancerogeno ed interferente endocrino: il benzofenone.
Nelle composizioni delle creme solari e anti-età è facile trovare l’octocrylene, un filtro UV. Questo ingrediente, però, secondo un nuovo studio, condotto da un team di ricercatori franco-americani e pubblicato su Chemical Research in Toxicology, con il passare del tempo tende a scomporsi trasformandosi in una sostanza pericolosa.
Parliamo del benzofenone che è un mutageno e interferente endocrino. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) l’ha poi classificato anche come sospetto cancerogeno umano inserendolo nel Gruppo 2B.
La sua presenza nei prodotti alimentari o negli imballaggi alimentari è vietata negli Stati Uniti ma, come si legge nello studio, in base alla Proposition 65 della California (legge che regola la presenza di sostanze chimiche all’interno dei prodotti commercializzati in questo stato degli Usa), non esiste alcun prodotto in cui la presenza di benzofenone sia sicura, neppure creme solari, antietà o idratanti.
Lo studio, allora, si è proposto proprio di scoprire se il benzofenone fosse o meno presente in un’ampia varietà di protezione solari in commercio e se la sua concentrazione aumentasse nel tempo, a causa della degradazione dell’octocrylene.
La concentrazione di benzofenone è stata analizzata in nove prodotti per la protezione solare di uso comune in Francia e otto degli Stati Uniti. Tra le creme analizzate dai ricercatori troviamo marchi come Garnier, Uriage, Bioderma, Roche Posay e L’Oréal.
Tutti i campioni sono stati sottoposti al test di stabilità accelerato validato dalla Food and Drug Administration (FDA statunitense) degli Stati Uniti, un test che consente di valutare la stabilità delle caratteristiche chimico-fisiche, organolettiche e microbiologiche di un prodotto cosmetico, sottoponendolo a condizioni di invecchiamento accelerato in vitro che simulano quelle naturali.
Si è visto così che 16 prodotti contenenti octocrylene avevano una concentrazione media di benzofenone di 75 mg / kg, che variava da 9,8 mg / kg a 435 mg / kg. Il benzofenone non era rilevabile esclusivamente nel prodotto che non conteneva octocrylene (1 campione su 17 quindi).
@Chemical Research in Toxicology
La concentrazione di questa sostanza rilevata dopo il processo di invecchiamento accelerato (che corrispondeva a circa un anno dopo l’acquisto tenendo il prodotto a temperatura ambiente) era molto maggiore.
“Inizialmente, nei prodotti c’è pochissimo benzofenone. Ma gradualmente con l’invecchiamento del prodotto, c’è sempre più benzofenone. Si sono così osservati aumenti del benzofenone superiori al 100% e addirittura al 200%” ha dichiarato Philippe Lebaron, professore di microbiologia e ricercatore presso l’Università della Sorbona, coautore dello studio.
Questa è la prima volta che una ricerca dimostra la degradazione dell’octocrylene in benzofenone e il professor Lebaron ha concluso che:
“I prodotti che contengono benzofenone e octocrylene dovrebbero essere vietati”
Lo studio ci conferma che è bene utilizzare il prima possibile i nostri cosmetici, evitando di conservarli troppo a lungo proprio per scongiurare, tra le altre cose, la degradazione di alcuni ingredienti ed eventuali pericolose trasformazioni, come sembra avvenire appunto nel caso dell’octocrylene.
Già di per sé, poi, l’octocrylene non è una sostanza innocua né per la salute né per l’ambiente. Questo filtro solare era già noto per essere pericoloso in particolare per i coralli e una ricerca del 2019, poi, aveva scoperto che questo, insieme ad altri 3 ingredienti attivi presenti comunemente nelle creme solari, vengono assorbiti facilmente dalla pelle e possono restare nel sangue anche per 24 ore.
Leggi anche: Creme solari: queste sostanze chimiche pericolose possono restare nel sangue anche per 24 ore (LISTA)
Fonte: Chemical Research in Toxicology / France Info
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